Mitigazione dei cambiamenti climatici: il sistema alimentare

Il Rapporto Speciale IPCC sui Cambiamenti Climatici e territorio (Desertificazione, Degrado del suolo, Gestione Sostenibile del territorio, Sicurezza Alimentare e Flussi dei Gas ad Effetto Serra negli Ecosistemi Terrestri) presenta una serie di scenari futuri e propone una serie di soluzioni alternative per ottenere mitigazione* e adattamento** ai cambiamenti climatici.

La terra e l’atmosfera interagiscono di continuo con scambi di gas serra^.

Al momento un terzo della produzione primaria potenziale della terra viene utilizzata per il cibo, fibre, legname e energia. La terra fornisce anche la base per molte altre funzioni e servizi ecosistemici essenziali per l’umanità. I cambiamenti climatici hanno già avuto un impatto sulla sicurezza alimentare e sugli ecosistemi terrestri, nonché contribuito alla desertificazione e al degrado del territorio in molte aree.  Dal 1961 ad oggi, l’offerta di cibo è aumentata del 30%, le risorse idriche utilizzate per l’irrigazione sono aumentate del 100%, mentre l’uso di fertilizzanti è cresciuto dell’800%.

Secondo gli studi attuali è molto probabile che i cambiamenti climatici porteranno ulteriore stress sugli ecosistemi terrestri e quindi sui processi territoriali, esacerbando i rischi per la vivibilità, la biodiversità, la salute umana e degli ecosistemi le infrastrutture, e i sistemi alimentari.

I modelli previsionali prevedono una diminuzione delle forniture di cibo all’aumentare di eventi climatici distruttivi per la catena alimentare. L’aumento dei livelli di CO2 inoltre può anche diminuire la qualità nutrizionale dei cibi. I modelli prevedono un aumento medio del prezzo dei cereali del 7,6% al 2050 a causa dei cambiamenti climatici, portando a un aumento del prezzo del cibo e a un aumento dell’insicurezza alimentare e della fame.

Le soluzioni alle sfide chiave

Il rapporto discute diverse opzioni che sottendono alle soluzioni per le problematiche derivanti dalle emissioni dal territorio e dalla perdita di produttività a causa del degrado e della desertificazione. Le soluzioni ricadono nella gestione della catena di valore, gestione del territorio, e gestione del rischio. Il sistema alimentare ricade nella catena di valore.

Le emissioni di gas serra nel periodo 2007-2016 nel sistema alimentare hanno totalizzato14,8 GtCO2eq (tabella 5.4 Rapporto IPCC):

Emissioni gas serra 2007-2016– Sistema alimentare (Totale) = 14,8 GtCO2 eq/anno

Le soluzioni integrate proposte dal Rapporto IPCC per il sistema alimentare (dalla produzione al consumo) potrebbero portare a una mitigazione delle emissioni tra 2.3-9.6 GtCO2eq/anno entro il 2050 e ricadono sull’intera catena di valore:

Le soluzioni integrate nel sistema alimentare (tabella 6.18 del Rapporto IPCC) comprendono: cambiamenti nella dieta, riduzioni nelle perdite post-raccolto (principalmente dovuti a cattiva gestione dello stoccaggio), riduzione degli sprechi alimentari, sostituzione dei materiali (utilizzo di legname o biomasse al posto di materiali ottenuti da combustibili fossili per le costruzioni, i tessili ecc), valorizzazioni dell’utilizzo di fonti sostenibili, miglioramento della sostenibilità della gestione del sistema della filiera, miglioramento del sistema alimentare urbano, miglioramento del sistema di trasformazione e vendita del sistema alimentare , miglioramento dell’uso dell’energia.

In particolare, la mitigazione potenziale ottenuta da cambiamenti nelle diete potrebbe arrivare a 8 GtCO2eq/anno entro il 2050:

Mitigazione dovuta al cambiamento della dieta (Gt CO2 eq/anno)

Comportamenti che incidano sulle abitudini alimentari, e quindi sulle diete possono avere un impatto considerevole sulle emissioni di gas serra: la riduzione del consumo di carne, in particolare rossa, e di latticini come già definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità si possono contenere i cambiamenti climatici e migliorare le condizioni di salute. In particolare, le emissioni di gas serra necessari a produrre la carne avvengono durante la coltivazione dei grani per nutrire gli animali, la produzione dei mangimi, tutto il ciclo di vita degli animali e la vendita.

Inoltre, anche la riduzione degli sprechi alimentari può portare a una riduzione della pressione sul territorio, fino a 4,5 GtCO2eq/anno entro il 2050, considerando che tra il 9% e il 30% del cibo è sprecato. Cambiamenti della dieta verso forme non carnivore e una riduzione degli sprechi alimentari  riducono: le emissioni di gas serra, le aree coltivate (in quanto gran parte delle aree sono in realtà coltivate per nutrire gli animali da allevamento) e le necessità di pascolo, mentre aumentano la biodiversità e quindi riducono i costi di mitigazione. In sostanza diminuiscono la pressione sul territorio e quindi l’intensità di produzione, l’uso di fertilizzanti, pesticidi, acqua e energia portando benefici rispetto alla desertificazione e al degrado del territorio.

I cambiamenti nella dieta e riduzione degli scarti porterebbe sia a una riduzione dei terreni coltivati che dei pascoli, riducendo la pressione dovuta alla desertificazione. La riduzione degli sprechi post-raccolto permetterebbero di risparmiare 1,98 Mkm2 globalmente all’anno.

La diminuzione della pressione sul territorio e dell’intensità di produzione associate con una gestione sostenibile porta altri benefici: la riduzione di sprechi alimentari può incidere sullo spreco di acqua. Le stime attuali dicono che si sprecano l’equivalente di 215 km3/anno di acqua dolce: evitando questo spreco ne beneficerebbero tra 300 e 400 milioni di persone, considerando che il 35%della popolazione mondiale vive in condizione di stress idrico.

Il rapporto prevede che le soluzioni legate alla riduzione delle emissioni nel sistema alimentare e in particolare alle diete saranno ostacolate da fattori socio-culturali, mentre quelle relative alla diminuzione dello spreco di cibo dalla mancanza di incentivi finanziari, dalla mancanza di conoscenza, da una non convenienza a e in ogni caso da un giudizio di bassa priorità.

Calcolatore Impronta Ecologica

Design by Prina Shah, development by Felix Stephenson and Becky Rush.

E per chi volesse verificare l’impronta ecologica della propria dieta, si può utilizzare il calcolatore (in inglese) messo a punto da due ricercatori di Oxford!

^Le interazioni terra-clima

La terra e l’atmosfera interagiscono di continuo con scambi di gas serra, acqua energia nonché con i cosiddetti precursori dei forzanti climatici (composti organici volatili biogenici, polveri, carbone); la biosfera terrestre interagisce anche con gli oceani, con i flussi di acqua dolce, i nutrienti, il ciclo del carbonio e le particelle. Le interazioni influenzano quando e come piove e quindi la necessità di irrigazione, la frequenza e l’intensità delle ondate di calore e la qualità dell’aria. Questi scambi sono modificati dal cambiamento climatico regionale e globale, da variazioni climatiche periodiche e dall’attività antropica. Queste caratteristiche influenzano a loro volta la composizione dell’atmosfera, la temperatura superficiale, il ciclo idrologico e il clima locale e globale. (Per una descrizione dettagliata dei processi vedi Box 2.1-Rapporto IPCC).

Dal Glossario dell’IPCC:

*Mitigation (of climate change): A human intervention to reduce emissions or enhance the sinks of greenhouse gases. 

**Adaptation:  In human systems, the process of adjustment to actual or expected climate and its effects, in order to moderate harm or exploit beneficial opportunities. In natural systems, the process of adjustment to actual climate and its effects; human intervention may facilitate adjustment to expected climate and its effects.

Risorse:

Il Rapporto IPCC CLimate Change and Land

Il sito del Focal Point italiano dell’IPCC

Materiale FAO per la riduzione degli sprechi alimentari

Cambiamenti climatici e l’uso del territorio

Alessandra Iero

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